Édith Giovanna Gassion nasce in rue de la Villette a Parigi nel 1915, da madre cantante di strada e padre acrobata. Cresciuta più in casa delle nonne che in quella dei genitori, già da ragazzina canta per le strade di Parigi mentre suo padre si esibisce per raggranellare qualche soldo. A 17 anni, dopo aver messo al mondo una figlia che purtroppo muore di meningite, diventa cantante di strada a Pigalle, all’epoca quartiere frequentato più che altro da prostitute. Viene notata e ingaggiata dal direttore di un cabaret di buon livello, che però viene assassinato dopo un paio di settimane: uno dei tanti, troppi episodi tragici che costellano la vita della più grande interprete della canzone francese. È l’incontro col paroliere Raymond Asso che cambierà la sua vita. Diventato il suo vero e proprio pigmalione, scrive per lei Je n’en connais pas la fin e riesce a farla debuttare all’A.B.C. nel ’37. La critica, subito dopo la prima, già grida al miracolo e da quel momento la sua carriera la porterà ai massimi livelli della fama e della stima nel mondo intero. Sono Padam-Padam e Bravo pour le clown gli altri due brani di enorme successo che le consentono di diventare, durante la guerra, l’ospite fissa, oltre che dell’A.B.C., anche dell’Européen e del famoso Bobino. È in questo periodo che diventa amica del grande Charles Trenet. La sua inconfondibile voce dalle mille tonalità e sfumature diventa in breve tempo il vero marchio di fabbrica della canzone francese. Dopo la liberazione va in tournée negli Stati Uniti con Les Compagnons de la Chanson, complesso vocale fra i più apprezzati del momento. L’incontro e l’innamoramento con Marcel Cerdan, pugile di bell’aspetto e belle speranze, segna un altro momento di gran gioia e, purtroppo, di relativo dolore. L’amore della sua vita, infatti, muore in un incidente aereo proprio poco prima che lei, imbottita di calmanti dopo la notizia, si esibisca per cantare il brano a lui dedicato: Hymne à l’amour, uno dei suoi più acclamati successi. L’insopportabile disgrazia la porta ad abusare di farmaci, alcol e droghe: a nulla valgono i tentativi di disintossicazione da parte di Jacques Pills che, nel frattempo, è diventato suo marito. Un secondo tour americano la vede a fianco di Georges Moustaki, autore della nota Milord, e la sua trionfale rentrée avviene nel ’56 all’Olympia dove, per la prima volta, canta due masterpiece: Non, je ne regrette rien e Les amants d’un jour. Minata nel fisico, nel ’59 crolla sul palco durante un recital a causa di uno dei suoi tanti attacchi epatici. Poi incontra Théo Sarapo, s’innamora e torna a esibirsi con lui. Ma l’11 ottobre del ’63 muore a Grasse e il suo corpo viene trasportato a Parigi e sepolto nel cimitero di Père Lachaise; nello stesso giorno a distanza di poche ore muore anche uno dei suoi più appassionati ammiratori: Jean Cocteau. Qualcuno dirà di lei: «È stata l’eroina dell’umano dolore, della miseria del marciapiede e della passione devastatrice». Nel 2007 arriva sugli schermi cinematografici un film dedicato alla sua vita, ‘La vie en rose’, per la regia di Olivier Dahan, dove la Piaf si reincarna in Marion Cotillard, che vincerà l’Oscar come migliore attrice.

 

Inoubliable Édith Piaf
Wagram Records, 2008, 2CD – ★★★★

40 canzoni impareggiabili. Il meglio del meglio del “passerotto” più famoso di Francia. Sul mercato c’è di tutto e di più, ma in questo caso la selezione è davvero speciale. Un doppio best imperdibile per chiunque ami la grande musica.

 

Canzone: Non, je ne regrette rien

Non, rien de rien
Non, je ne regrette rien
Ni le bien qu’on m’a fait, ni le mal
Tout ça m’est bien égal

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