Co-fondatrice dei Tribalistas con l’amico Carlinhos Brown e il poeta e cantautore Arnaldo Antunes – il CD Tribalistas Virgin/Emi, 2002, ★★★★, doppiato dal DVD due anni dopo, ha contribuito a farla conoscere al pubblico europeo e statunitense –, Marisa de Azevedo Monte (Rio de Janeiro, 1967) è la più internazionale e sofisticata voce della nuova scena brasiliana. Erede di quello che erano state Elis Regina negli anni Settanta e Gal Costa nel decennio successivo, la cantante, musicista e autrice carioca mescola Samba, Jazz e musica lirica, che ha studiato da ragazza. L’eponimo debutto (uscito anche col titolo MM, World Pacific/Emi, 1988, ★★) è live e mette in mostra il suo eclettismo e la sue straordinarie qualità: si passa dal Samba al Soul (I Heard It Through the Grapevine pensando a Marvin Gaye) dai Jazz standard eseguiti in inglese (Gershwin e Kurt Weill) alle citazioni di Carmen Miranda (South American Way), fino alle versione portoghese di un brano di Pino Daniele (E po’ che fa), incluso nella colonna sonora di una famosa telenovela. Ma è con il successivo Mais (World Pacific/Emi, 1991, ★★★★), prodotto da Arto Lindsay e impreziosito dalla presenza di musicisti come il sassofonista John Zorn e il pianista e compositore Ryuichi Sakamoto, che Marisa spicca il volo. In seguito la Monte, che centellina i suoi dischi (solo otto), collaborerà ancora con Lindsay e si farà notare anche per la partecipazione ai due CD benefici Onda Sonora. Red, Hot+Lisbon (1998, Red Hot Organisation, ★★★★) e Red, Hot+Rio 2 (2011, Red Hot Organisation, ★★★★, dove duetta con Devendra Banhart), per aver scritto brani per Cesária Évora e per Mina (Ainda bem nel CD Piccolino) e per la produzione dell’album Tudo Azul (2000, Emi, ★★) di una antica scuola di danza di Rio, Velha Guardia da Portela.

 

Rose and Charcoal
Virgin/EMI, 1994 –  ★★★★★

Squadra che vince, non si cambia… E Marisa Monte, al suo terzo lavoro, si affida nuovamente alla produzione di Arto Lindsay per firmare il suo progetto più internazionale. La voce sinuosa e arabeggiante spazia dalla tradizione (Dança da solidão è un Samba malinconico di Paulinho da Viola; Balança pema è un classico del grande Jorge Benjor) ai brani suoi e di Carlinhos Brown, felice sintesi di pop e musica brasiliana. Ma l’incredibile eclettismo della cantante si esprime particolarmente in un’ispirata cover del Lou Reed epoca Velvet Underground (Pale Blue Eyes). Mentre in Enquanto isso si ascolta anche la voce della musa dell’avanguardia, nonché attuale signora Reed, Laurie Anderson. Un capolavoro.

 

Canzone: O céu

O céu serve a todos
O céu ninguém pode pegar
O céu cobre a terra e a lua
Entra dentro do quarto, rua do avião

Dentro do universo mora o céu
O céu para-quedas e saltos
O céu vai do chão para o alto
O céu sem começo nem fim
Para sempre serei seu fã