Oltre ad avere una delle voci più caratteristiche del Pop, Björk Guðmundsdóttir (1965), islandese, è un’artista tra le più originali e ispirate degli ultimi vent’anni, in grado di travalicare progressivamente i generi musicali fino ad approdare, nei lavori più recenti, a una concezione “totale” della musica e dell’arte. Nel 2013 realizza un documentario ‘When Björk Met Attenborough’ con David Attenborough con cui dialoga sulla relazione tra scienza, natura e musica; voce narrante di Tilda Swinton.

 

Vulnicura
One Little Indian, 2015 – ★★★★★

Il disco più sentito, personale, drammatico dell’artista islandese ripercorre la lenta rottura della relazione col regista Matthew Barney. “A complete heartbreak album”, lo definisce la cantante che non s’è mai mostrata tanto vulnerabile. Messo (definitivamente?) alle spalle il format della canzone Pop, Björk architetta una sorta di opera melodrammatica affidandosi a un’orchestra d’archi, di cui scrive gli arrangiamenti, e alle manipolazioni elettroniche di Alejandro Ghersi in arte Arca, già al fianco di Kanye West in Yeezus e di FKA twigs nell’esordio LP1. Il mix è affidato a un altro artista elettronico d’avanguardia, Haxan Cloak. Le prime tre canzoni raccontano lo stato d’animo dell’artista nove, cinque e tre mesi prima della rottura; altre tre ne manifestano i pensieri due, sei e undici mesi dopo; le ultime, fra cui il duetto con Antony Atom Dance, proiettano i medesimi temi in un contesto universale. Il risultato è al tempo stesso sofisticato e viscerale, verboso ed emozionante. Dolore esposto senza filtri, se non quello dell’arte.

 

Canzone: Stonemilker

Show me emotional respect
I have emotional needs
I wish to synchronize our feelings