Ha svolto negli anni il doppio lavoro di insegnante di lettere e di cantautore. Roberto Vecchioni (1943) scrive le prime canzoni nella seconda metà degli anni 60. Le incidono Vanoni, Zanicchi, Cinquetti, Homo Sapiens, Anonima Sound, Madrugada, Dori Ghezzi e Nuovi Angeli (Donna felicità). La pioggia e il parco è il primo singolo che esce a suo nome nel 1968. Sarà un assiduo frequentatore e animatore del Club Tenco, la rassegna annuale che si svolge a Sanremo. Nel tour del 1997 Vecchioni, che non ha mai nascosto le sue passioni politiche a sinistra, si fa accompagnare dalle vignette di Staino. Oltre alle canzoni pubblica un nutrito numero di libri: ‘Grande sogno’ (Milano libri, 1983), ‘Viaggi del tempo immobile’ (Einaudi, 1996), ‘Le parole non le portano le cicogne’ (Einaudi, 2000), ‘Di sogni e d’amore-Poesie’ 1960-1964 (Frassinelli, 2007), ‘Il libraio di Selinunte’ (Einaudi, 2007), ‘Diario di un gatto con gli stivali’ (Einaudi, 2007), ‘Scacco a Dio’ (Einaudi, 2009). Vince il Festival di Sanremo 2011 con Chiamami ancora amore.

 

Io non appartengo più
Universal, 2013 – ★★★

Il professore della canzone d’autore presenta il suo album più maturo da molti anni a questa parte, a riflettere sulla ricerca di una spiegazione verso le forme di amore e di dolore. Un percorso che Vecchioni ha sempre affrontato con coraggio e determinazione, arrivando nei momenti più difficili a consegnare il suo futuro al destino. Così lo canta in Ho conosciuto il dolore, rappresentato come un avversario da battere. Vecchioni come un pugile sul ring, in grado di sostenere battaglie titaniche, a meritarsi un giusto riposo, seduto in poltrona, come appare nella copertina dell’album. La poetessa polacca Wisława Szymborska dà il titolo a una delle canzoni più intense e piacevoli dell’album. Ci sono la ballata Stelle che rimanda ad atmosfere di capitani in mare, ricordando la storica VelasquezDue madri che ritrae la non convenzionale maternità di sua figlia e, nel finale, l’eccellente title track. Un disco notevole.

 

Canzone: Ho conosciuto il dolore

Ho conosciuto il dolore 
(di persona, s’intende) 
e lui mi ha conosciuto: 
siamo amici da sempre, 
io non l’ho mai perduto; 
lui tanto meno, 
che anzi si sente come finito 
se, per un giorno solo, 
non mi vede o non mi sente. 
Ho conosciuto il dolore 
e mi è sembrato ridicolo, 
quando gli dò di gomito, 
quando gli dico in faccia: 
”Ma a chi vuoi far paura?”