In questo dialogo, più noto come La Raffaella, dal nome della sua protagonista, una vecchia ruffiana istruisce una giovane sul modo di non sprecare i piaceri che gli anni della gioventù possono offrire. L’autore stempera l’argomento, già toccato nel Ragionamento dell’Aretino, in un’elegante miscela di sensualità e idealismo. L’opera, pubblicata nel 1539, diventò un punto di riferimento per altre opere sull’educazione e il comportamento delle donne.

Testo di riferimento: Trattati del Cinquecento su la donna, a cura di G. Zonta, Bari, Laterza, 1913.