Commedia scritta nel 1536 per essere recitata alla presenza dell’imperatore Carlo V. Inaugura nel teatro comico cinquecentesco il gusto delle trame romanzesche, e nello stesso tempo ricche di elementi patetici, le quali domineranno il teatro comico della seconda metà del secolo. Accanto a elementi di platonismo convivono nelle sue commedie spunti di sensualità, che gli autori tardo-rinascimentali che a lui si ispirano escluderanno dalle loro opere.

Testo di riferimento: Commedie del Cinquecento, a cura di N. Borsellino, I, Milano, Feltrinelli, 1962.