Dell’autore del De Amore, attestato nei manoscritti col nome di Andrea, cappellano del re di Francia, non si conosce con sicurezza nulla. Non è certo che il Gualtieri, a cui l’opera è dedicata, sia Gautier il giovane, ciambellano del re Filippo Augusto. Né è definibile con sicurezza la relazione esistente fra l’autore e Maria di Champagne, che pure ha tanta parte nel trattato. L’opera fu scritta in latino, forse a Parigi, negli anni a cavallo tra il XII e il XIII secolo. Si tratta del testo fondamentale dell’erotismo medievale. Movendo dall’Ars amandi di Ovidio, ma con l’apporto di altri autori antichi e medievali, Andrea mette a punto una vera e propria summa dell’amor cortese, riferimento imprescindibile per tutti i successivi poeti e prosatori romanzi che si cimentarono nella materia amorosa. Il De Amore (conosciuto anche col titolo di Gualtieri, dal nome del suo dedicatario) fu condannato pubblicamente dal vescovo di Parigi nel 1277, ma ebbe nonostante ciò una fortuna straordinaria in Europa fino a tutto il Trecento. In Italia ne furono fatte almeno due traduzioni in volgare. Una di queste (la cosiddetta “traduzione romana”, perché tramandata unicamente dal ms. Barberiniano-Latino 4086 della Biblioteca Apostolica Vaticana) è a fondamento del testo qui riprodotto.

Testo di riferimento: Andrea Cappellano, De Amore, a cura di G. Ruffini, Milano, Guanda, 1980.