Composte in vari tempi (prevalentemente negli anni Settanta e Ottanta del ‘400), le poesie in volgare di Poliziano si articolano in RispettiCanzoni a balloRime varie. Sono forme metriche della tradizione popolare, in cui spiccano i rispetti in ottava rima che possono essere “continuati” (in serie) o “spicciolati” (isolati). Con l’eleganza dell’umanista, il poeta si abbandona alla celebrazione della natura, della bellezza femminile, dell’amore: famose, tra le ballate, I’ mi trovai, fanciulle, un bel mattinoBen venga maggio, quest’ultima un canto gioioso per il “calendimaggio”, la festa della primavera.

Testo di riferimento: A. Poliziano, Rime, a cura di D. Delcorno Branca, Firenze, Accademia della Crusca, 1986.