La prima rappresentazione fu all’Opéra di Parigi, l’11 marzo 1867 (in Italia, al Teatro Comunale di Bologna, il 27 ottobre 1867). Il libretto in cinque atti, tratto dall’omonimo dramma di Schiller, fu scritto in francese da Mery e De Locle, poi tradotto in italiano da Achille de Lauzieres, infine rielaborato e accorciato da Angelo Zanardini per la rappresentazione scaligera del 10 gennaio 1884. Al centro della vicenda – che si svolge in Spagna nel 1560 – è il conflitto politico e amoroso tra Carlo, infante di Spagna, e suo padre l’imperatore Filippo II. Filippo ha infatti sposato Elisabetta di Valois, precedentemente promessa al figlio. Carlo, per sfuggire a un amore che sente colpevole, decide di recarsi nelle Fiandre, facendosi interprete del desiderio di libertà di quella popolazione che intende ribellarsi all’oppressione del governo spagnolo. Lo scontro tra Carlo e il padre diviene durissimo: Filippo, dominato dal Grande Inquisitore, condanna a morte Carlo che viene salvato dall’amico fraterno Rodrigo, proclamatosi responsabile di tradimento al suo posto. I due innamorati decideranno di comune accordo di rinunciare al loro amore, ma si faranno sorprendere presso la tomba di Carlo V. Qui, presenza inquietante e misteriosa, apparirà il fantasma dell’imperatore che trascinerà Carlo nella tomba con sé.

Testo di riferimento: Tutti i libretti di Verdi, a cura di L. Baldacci e G. Negri, Milano, Garzanti, 1984.