Benvenuto Cellini, artista fiorentino vissuto tra il 1500 e il 1571, compose fra il 1558 e il 1565 un’autobiografia, rimasta inedita fino al 1728. L’opera può essere considerata la prima autobiografia moderna. La prima parte del racconto arriva fino al 1538, quando Cellini parte per Roma, descritta dall’artista come una città violenta, ingiusta. Castel Sant’Angelo, dove Cellini viene tenuto prigioniero nel 1538 (celebri le pagine sul suo rocambolesco tentativo di fuga) diviene il simbolo del potere che soggioga la città. La seconda parte si svolge alla corte di Francia, dove egli godé del favore di Francesco I. Giunge infine alla corte fiorentina, più piccola, ma anch’essa infestata di intrighi, invidie e gelosie. L’opera è anche uno dei primi esempi di prosa manierista, antiaccademica.

Testo di riferimento: B. Cellini, La Vita, a cura di G. Davico Bonino, Torino, Einaudi, 1973.