Il padovano Carlo de’ Dottori nacque nel 1618 e morì nel 1685. Fu prima al servizio dei Gonzaga, poi al seguito del cardinale Rinaldo d’Este, infine poeta cesareo a Vienna presso Leopoldo d’Asburgo. Scrisse poesie, rime, melodrammi. La sua opera più significativa è la tragedia Aristodemo, composta nel 1654 e pubblicata nel 1657. Contrappone due grandi personaggi: il tiranno Aristodemo e sua figlia Merope, entrambi costretti a sottostare alla volontà cieca degli dei. Aristodemo, incarnazione della ragion di stato, è obbligato a sacrificare la figlia per ottenere da Apollo la fine del conflitto con Sparta. L’opera ha un efficace impianto teatrale, ritmi d’azione serrati e dialoghi ricchi di pathos. L’Aristodemo è stata riscoperta da Benedetto Croce ed è oggi considerata una delle migliori tragedie del Seicento.

Testo di riferimento: La tragedia classica dalle origini al Maffei, a cura di G. Gasparini, Torino, UTET, 1963.