La donna serpente fu rappresentata per la prima volta nell’ottobre del 1762. È la storia della fata Cherestanì che sposa un mortale e per suo amore decide di diventare mortale; per questo, sottopone se stessa e il marito a numerose prove. Lo scioglimento della vicenda avviene quando Cherestanì, trasformata in serpente, riacquista definitivamente forme umane. La fiaba è ricca di elementi meravigliosi, che si alternano a spunti patetici o drammatici. Come in tutte le fiabe del Gozzi i personaggi alti si esprimono in versi, quelli bassi (le maschere veneziane) in prosa.

Testo di riferimento: C. Gozzi, Opere. Teatro e polemiche, a cura di G. Petronio, Milano, Rizzoli, 1962.