Il libretto, dal titolo originario Stiffelio, ebbe numerose e alterne vicende. Francesco Maria Piave lo aveva tratto da un dramma francese contemporaneo i cui personaggi avevano affascinato Verdi, in cerca di nuovi spunti drammatici. Ma l’opera, andata in scena a Trieste il 16 novembre 1850, fu accolta molto freddamente dal pubblico, non abituato a vedere sulla scena personaggi vestiti in abiti moderni e protagonisti di situazioni ritenute sconvenienti (un pastore protestante che concede il divorzio a una moglie infedele). Si imponeva un ritorno all’antico. Pertanto Piave ribattezzò il libretto Aroldo, dal nome del protagonista – un cavaliere sassone reduce dalla crociata -, e ambientò la vicenda nell’Inghilterra del XIII secolo (ispirandosi al romanzo storico omonimo dello scrittore Edward Bulwer-Lytton). L’opera, così modificata, fu rappresentata, questa volta con successo popolare, a Rimini il 16 agosto 1857.

Testo di riferimento: Tutti i libretti di Verdi, a cura di L. Baldacci e G. Negri, Milano, Garzanti, 1984. I libretti per le opere di Giuseppe Verdi