Il libretto di Francesco Maria Piave è tratto dall’omonimo poemetto di Byron. Piave lo aveva composto e inviato a Verdi già dal 1845, ma Verdi, impegnato nella composizione del Macbeth e dei Masnadieri, lo aveva lasciato in disparte, tanto che Piave nel 1846 ne chiese al maestro la restituzione. Verdi rifiutò e l’opera vide finalmente la luce al teatro Grande di Trieste il 25 ottobre 1848. L’azione si svolge in una non meglio identificata Isola dei Corsari nel Mare Egeo e successivamente in riva al porto di Corone, in Turchia. Protagonista un fuorilegge, Corrado, capitano dei corsari greci, che con i suoi seguaci va a liberare le fanciulle tenute schiave nell’harem del sultano Seid. Entrati nell’harem con uno stratagemma, i corsari vengono riconosciuti e circondati dai turchi che li fanno prigionieri. Ma Gulnara, favorita del sultano, si innamora di Corrado, lo libera e fugge con lui nell’Isola dei Corsari. Qui Medora, sposa di Corrado, convinta che il marito sia morto, si è avvelenata e sta per morire. Quando Corrado giunge con le fanciulle liberate, Medora muore e Corrado per la disperazione si uccide gettandosi in mare.

Testo di riferimento: Tutti i libretti di Verdi, a cura di L. Baldacci e G. Negri, Milano, Garzanti, 1984. I libretti per le opere di Giuseppe Verdi