Con L’eredità Ferramonti, del 1883, Gaetano Carlo Chelli (nato a Massa nel 1847, morto a Roma nel 1904), già autore e redattore della «Cronaca bizantina», si ripropone al pubblico con un’opera di chiara ispirazione verista. Pubblicato per la prima volta presso Sommaruga, il romanzo narra la storia di una famiglia senza scrupoli, che nell’uso delle proprie disponibilità vede l’occasione per innalzare il proprio stato sociale: i protagonisti della storia gestiranno con estrema disinvoltura un’eredità comune adoperandosi con i mezzi più sleali in un mondo senza più regole né valori. La narrazione, condotta dall’autore secondo il principio dell’impersonalità e con la tecnica corale mutuata da Verga, si caratterizza soprattutto per l’ambientazione in una Roma corrotta e spregiudicata.

Testo di riferimento: G. C. Chelli, L’eredità Ferramonti, Torino, Einaudi, 1972.