Dialogo composto nel 1827 e pubblicato solo nell’edizione delle Operette del 1845 curata da Ranieri. Leopardi affronta il tema del suicidio, immaginando che Plotino e Porfirio, due filosofi neoplatonici vissuti tra il II e III secolo d. C. dibattano sulla legittimità di porre fine volontariamente ai propri giorni. Porfirio, stanco e annoiato della vita, rivela a Plotino l’intenzione di uccidersi. Plotino adduce all’amico una serie di ragioni per convincerlo a recedere dal suo funesto proposito, ragioni che si rivelano tutte fallaci nell’argomentazione di Porfirio. Solo l’ultima tiene: il saggio non può disinteressarsi del dolore che con il procacciarsi volontariamente la morte arrecherebbe alle persone che lo amano. Il vincolo d’amore tra gli uomini è l’unica difesa da opporre all’infelicità della vita.

Testo di riferimento: G. Leopardi, Operette morali, a cura di O. Besomi, Milano, Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, 1979.