Periodico quindicinale che Baretti redasse e pubblicò a Venezia dal 1 ottobre 1763 al 15 gennaio 1765. Fingendosi un vecchio soldato in pensione, Aristarco Scannabue, recensore per diletto dei libri che si stampano in Italia, l’autore si lascia andare a giudizi irriverenti e aggressivi sui maggiori letterati sia del passato sia del presente: deride Bembo, esalta Metastasio, critica il teatro di Goldoni perché troppo «popolare». Polemista impetuoso si scaglia contro tutto ciò che gli appare convenzionale, artificioso, pedantesco, in difesa di una letteratura fatta di cose e non di parole. Il periodico fu soppresso dalla censura veneta.

Testo di riferimento: G. Baretti, La frusta letteraria, a cura di L. Piccioni, Bari, Laterza, 1932.