Scritto fra il 1925 e il 1926, il racconto fu pubblicato postumo nel 1929. Narra di un anziano uomo d’affari triestino che s’innamora di una giovane popolana conducente di tram. Egli tenta di mascherare il desiderio erotico con giustificazioni morali; arresosi all’inesorabilità della condizione anagrafica, decide di scrivere la propria avventura, finché non è trovato morto «con la penna in bocca». Viene ripreso, con maggiore asprezza, il tema di Senilità. Il titolo e la denominazione generica dei personaggi sottolineano il tono di apologo della narrazione.

Testo di riferimento: I. Svevo, Opere, a cura di B. Maier, Milano, Dall’Oglio, 1964.