L’Aretino componeva le sue commedie quando il teatro comico rinascimentale era uscito dalle fase sperimentale degli inizi e aveva trovato definitivamente i suoi modelli e le sue forme. Da un lato il teatro di Plauto e di Terenzio, dall’altro la tradizione novellistica fondata sul Decameron costituivano gli ingredienti che ciascun autore miscelava secondo le proprie esigenze. Anche il teatro di Aretino è debitore sia nei confronti dell’antica commedia sia nei confronti della novella, ma ha in più una carica di passione e di polemica che è tipica dell’autore: la commedia diventa insomma specchio dei suoi umori. Per queste caratteristiche le commedie di Aretino si collocano in un linea ideale che va da Machiavelli a Bruno. Il punto forte del teatro comico aretiniano è costituito dai dialoghi; è minore invece l’abilità nella strutturazione drammaturgica.

Testo di riferimento: P. Aretino, Teatro, a cura di G. Petrocchi, Milano, Mondadori, 1971.