Luigi Pulci nacque a Firenze nel 1432. Apparteneva a una nobile famiglia decaduta. Familiare di Lorenzo de’ Medici, che il Pulci assecondava nel suo progetto di recupero della letteratura popolare e di produzione di letteratura popolaresca, fu costretto nel 1470 ad abbandonare Firenze coinvolto nei rovesci economici dei fratelli, che esercitavano l’arte del cambio. Svolse incarichi di fiducia per conto di Lorenzo a Camerino e a Napoli. Quindi entrò al servizio di Roberto di Sanseverino. Negli ultimi anni della sua vita tornò varie volte a Firenze, ma morì a Padova nel 1484. Il Morgante è un poema cavalleresco in ottava rima, pubblicato nel 1478 in 23 canti e nel 1483 (col titolo Morgante maggiore) in 28 canti. È sostanzialmente una parodia delle canzoni di gesta, in un linguaggio che intreccia, con effetti comici, tecnicismi filosofico-teologici e voci del dialetto toscano. Orlando lascia la Francia, furente per le trame di Gano e la credulità di Carlo Magno, vecchio svanito che si lascia facilmente raggirare. Giunto in un convento, combatte con tre giganti che terrorizzano i monaci: ne uccide due e fa prigioniero il terzo, Morgante. Questi, convertitosi al cristianesimo, si mette al servizio di Orlando, affrontando successivamente varie avventure insieme al mezzo gigante Margutte. Alla notizia di un attacco di Gano ai cristiani, Orlando torna in Francia per combattere: alla sua morte eroica a Roncisvalle seguono la punizione di Gano e la morte di Carlo Magno.

Testo di riferimento: L. Pulci, Morgante, a cura di D. Puccini, Milano, Garzanti, 1989 [testo De Robertis, Firenze, 1962].