Raccolta di cento novelle dovuta a un anonimo compilatore, che sembra essere fiorentino, ma non sono escluse le origini venete, e in particolare trevigiane, dell’opera. L’autore-compilatore sembra appartenere al mondo dei mercanti. La materia dei racconti tratta, com’è detto nell’argomento dell’opera, "d’alquanti fiori di parlare, di belle cortesie e di be’ risposi e di belle valentie e doni, secondo che per lo tempo passato hanno fatto molti valenti uomini". I personaggi sono presi dalle età passate e dalla realtà contemporanea: vi compaiono quasi tutti i personaggi esemplari del Medioevo letterario, da Ercole ad Alessandro Magno, da Salomone all’imperatore Federico II, da Lancillotto e re Artù a tanti altri, il che denota una conoscenza approfondita da parte dell’autore della cultura cortese franco-provenzale. Il Novellino, composto tra il 1281 e il 1300, compare con questo titolo solo a partire dall’Ottocento. Nelle due stampe cinquecentesche dell’opera portava i titoli di Le ciento novelle antike e Libro di novelle e di bel parlare gentile. Si tratta di un precedente importante per il Decameron di Boccaccio.

Testo di riferimento: Novellino, a cura di G. Favati, Genova, Fratelli Bozzi, 1970.