Pietro Fortini, scrittore senese vissuto tra il 1496 e il 1562, scrisse presumibilmente tra il 1530 e il 1540 un novelliere impostato sulla falsariga del Decameron di Boccaccio. Cinque donne e due uomini si incontrano ogni giorno in un giardino a narrare ciascuno una novella. A conclusione della giornata uno dei narratori a turno canta in versi petrarcheschi le proprie pene d’amore. Più tardi il Fortini scriverà un secondo libro di novelle, che vorrà essere la continuazione del primo e che porterà il titolo Le piacevoli e amorose notti dei novizi. I casi raccontati nelle novelle delle Giornate sono storie tipiche del repertorio comico-realistico: beffe, scambi, equivoci e soprattutto triangoli amorosi, con la licenziosità che ne consegue. Il libro è interessante anche come specchio della vita senese del Cinquecento. Le Giornate sono state pubblicate a stampa in edizioni parziali solo nel XVIII secolo; la prima edizione integrale è quella qui presa a riferimento.

Testo di riferimento: P. Fortini, Le giornate delle novelle dei novizi, a cura di A. Mauriello, Roma, Salerno Editrice, 1988.