I sonetti furono composti dal Foscolo tra il 1797 e il 1803: la prima edizione del 1802 comprendeva solo i primi otto, la seconda del 1803 raccoglieva i dodici sonetti e le odi sotto il titolo complessivo di Poesie. Tra i dodici sonetti, in cui sono evidenti gli echi petrarcheschi e alfieriani, ne spiccano particolarmente quattro: Alla sera, in cui il poeta cerca la pacificazione del suo “spirto guerriero” nella quiete serale, secondo il modello preromantico del “notturno”; in A Zacinto l’isola natia diventa il simbolo di uno spazio mitico e irraggiungibile; In morte del fratello Giovanni anticipa il tema del sepolcro, luogo d’incontro degli affetti; in Alla Musa Foscolo eleva la poesia a unica forza consolatrice, di fronte al dolore del passato e all’incertezza del futuro. L’ode A Luigia Pallavicini caduta da cavallo fu composta a Genova nel 1803. Foscolo dedicò il componimento alla nobildonna, vittima di un cavallo imbizzarrito, trasfigurando il fatto in una favola mitologica. Anche All’amica risanata, composta nel 1802, prende spunto da un episodio reale: la guarigione di Antonietta Fagnani, amante del poeta.

Testo di riferimento: U. Foscolo, Poesie e carmi, a cura di F. Pagliai, G. Folena e M. Scotti, Firenze, Le Monnier, 1985.