Una volta conclusa la stagione creativa di poeta tragico con la pubblicazione a Parigi nel 1788-89 dell’intero corpus delle tragedie, Alfieri diede avvio nel 1790 alla stesura dell’autobiografia. Più tardi, nel 1797, ne intraprese la scrittura della seconda parte, che comprendeva gli avvenimenti posteriori al 1790. L’opera, rimasta incompiuta, venne pubblicata postuma nel 1804. Il racconto è diviso in quattro «epoche» (puerizia, adolescenza, giovinezza e maturità): l’autore disegna un vigoroso autoritratto, nel quale la sua smania di libertà, modellata sulla scorta degli esempi letterari trasmessi dall’antichità, in primo luogo gli eroi di Plutarco, si sviluppa e si precisa contemporaneamente alla sua vocazione di poeta tragico.

Testo di riferimento: V. Alfieri, Vita, a cura di G. Dossena, Torino, Einaudi, 1967.