Il programma di letteratura dell’ultimo anno prevede molti autori di romanzi. Sono scrittori che godono di una consolidata posizione nel canone italiano: Verga, d’Annunzio, Pirandello, Svevo, gli autori del Neorealismo, Gadda. La lettura, integrale o parziale, di questi scrittori è dunque importante per affrontare l’analisi del testo nel caso in cui venga proposto un brano tratto dalla Coscienza di Zeno, da Il fu Mattia Pascal o da uno dei romanzieri del pieno Novecento.

Ora, quali sono i “modi” del romanzo, le sue forme, i suoi sottogeneri, nella letteratura italiana dell’ultimo anno? Per comprendere la lenta evoluzione delle forme narrative che si è affermata in età moderna bisogna guardare altrove rispetto alla tradizione italiana, verso le letterature europee di lingua inglese, francese e tedesca. È qui che il romanzo ha preso forma e consistenza come rappresentazione di una classe sociale (la borghesia) o di un personaggio ideale (il giovane, ad esempio). In Italia si è dovuto attendere Manzoni e il lungo laboratorio linguistico de I promessi sposi prima di vedere realizzata la forza comunicativa del romanzo, il suo impatto presso un pubblico ampio e stratificato: la moda dei romanzi storici che fiorì anche da noi dopo il capolavoro manzoniano non ha certo lo spessore di altre esperienze europee più o meno contemporanee. Ma è un fatto che il romanzo, proprio nell’ottocento, assunse una molteplicità di forme che lo rese per questo un autentico genere “in divenire”, scomponibile in moltissime varianti e famiglie, da quello storico (Scott e Stendhal) a quello rusticale (la Sand e Nievo), dal romanzo a sfondo sociale (Balzac, Maupassant, Victor Hugo, Dickens) a quello sperimentale (Zola) e verista (Verga, Capuana, De Roberto) a quello decadente e fin de siècle (Huysmans, d’Annunzio).

La forma lunga del romanzo è stata vista come una trasformazione dell’epica classica e come una contaminazione di temi e situazioni che dalla realtà del mondo si sono trasferite nell’universo della narrativa come rappresentazione di una quotidianità anche comica e rovesciata, in una lingua che si è adattata alle esigenze comunicative degli scrittori.

Da un certo punto di vista il romanzo ha poi raccontato anche un comune “mondo sociale”: si pensi alla tradizione della narrativa mitteleuropea del primo novecento e alle sue influenze su autori italiani che hanno respirato in qualche modo, anche da lontano, la stessa atmosfera di crisi dell’uomo moderno.

Prima ancora di diventare l’etichetta di una stagione contemporanea – stando almeno al bel libro di Vittorio Coletti (Romanzo mondo. La letteratura nel villaggio globale, Bologna, il Mulino, 2011) – l’universo narrativo agli inizi del ventesimo secolo è costellato di personaggi che mettono in scena dubbi e frammenti di vita, che si richiamano e si intrecciano intorno agli stessi drammi: la ricerca dell’identità, il senso di smarrimento, il sottofondo analitico delle loro storie. Certo: quello è ancora il mondo della vecchia Europa, segnata dal declino degli imperi e attraversata dalla magia della rivoluzione freudiana; e il romanzo è il genere che attraversa quei confini e che contamina il racconto del reale grazie a delle costanti narrative che sono segnali e metafore di tutta un’epoca.

Allargare i confini dei testi letterari italiani a esempi stranieri che si ricollegano a tematiche comuni o si rifanno ad uno stesso contesto culturale può essere quindi molto utile per svolgere il tema di maturità allargandone le suggestioni attraverso l’apporto della comparatistica, cioè di una visione sinottica e trasversale dei temi letterari. Del resto, basta guardare le consegne ministeriali nell’ambito artistico-letterario degli ultimi anni per rendersi conto che lo sguardo non può essere rivolto unicamente alla letteratura nazionale.

Se oggi l’espressione di una narrativa di rango mondiale e globale trova ampio riscontro nei romanzi che vengono tradotti e pubblicati con largo successo di pubblico, è anche vero che questo fenomeno non gode di un’adeguata risposta nei programmi scolastici. Al contrario, quali potrebbero essere i suoi sviluppi per un utilizzo nel tema di maturità?

In primo luogo il rapporto tra il romanzo e una letteratura dai confini multiculturali. Lo scambio tra culture e lingue diverse sembra non pregiudicare più, come in passato, la natura del romanzo, la sua aspirazione a raccontare il mondo globale. La multiculturalità è anzi una condizione della società attuale: negli aspetti economici della globalizzazione; nella dimensione sociale che ha visto sfumare i confini nazionali a vantaggio di un “villaggio globale” aperto e comune; nella codificazione dei prodotti culturali, e tra questi, del romanzo, che oggi sembra essere il genere che unisce esperienze e letterature veramente internazionali.

In secondo luogo, la raffigurazione delle diverse anime del moderno, del postmoderno e della modernità liquida: tre diverse figure della cornice sociale attorno alla quale il romanzo ha riprodotto – in tempi e fasi distinte – la vita collettiva, gli uomini e le donne, i vecchi e i giovani, lo spazio e il tempo. Il mondo, appunto.