Il termine testo deriva dall’uso figurato di textus, participio passato del latino texere: il concetto di testo è dunque rappresentato da una metafora che restituisce l’immagine di un tessuto. Il complesso linguistico del discorso è strutturato attorno a legami, rapporti, relazioni di ordine morfologico e sintattico proprio come i fili di una stoffa, intrecciati in senso verticale e orizzontale a costituirne, appunto, l’ordito e la trama.

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Che cos’è che contraddistingue un testo scritto? Una pagina di parole in libertà, disposte a caso, può considerarsi un testo? L’immagine del textus, nel senso del contenuto testuale e del complesso linguistico che lo sorregge, rimanda ai legami interni che lo costituiscono e tengono unito. Questa caratteristica anticipa già uno dei suoi requisiti principali, quello della coerenza, a sua volta strettamente legata ad un altro principio cui bisogna prestare attenzione, la coesione.

Vediamo l’esempio di un testo non coerente. È una situazione che si verifica frequentemente nella stesura del tema perché le conoscenze che abbiamo spesso ci prendono la mano e tendiamo a divagare dal tema di fondo.

 

Due romanzi come Conversazione in Sicilia di Elio Vittorini e Paesi tuoi di Cesare Pavese vennero considerati dalla generazione di Calvino come vere e proprie pietre miliari del neorealismo italiano. Il realismo infatti rappresentò già nel romanzo ottocentesco un modello di riferimento per scrittori come Manzoni e Verga. Tuttavia il Decadentismo mise in discussione gli schemi del romanzo realista e propose una diversa visione dell’uomo e della società.

 

Se inizio a parlare di Vittorini e Pavese in relazione al Neorealismo e poi mi collego al realismo ottocentesco e quindi al Decadentismo, le tre proposizioni – sebbene corrette se considerate singolarmente – in realtà costituiscono dei salti di contenuto e tutto il periodo risulta non coerente. Come rimediare?

In un testo scritto la coerenza rappresenta dunque un principio regolativo attraverso il quale chi scrive sviluppa il proprio discorso in modo consequenziale e unitario: essa riguarda pertanto l’organizzazione interna dei concetti (l’ordine di costruzione) e le loro relazioni. Insomma, per comporre un tema coerente devono esserci nello stesso tempo (A) un tema di fondo, (B) un rapporto di correlazione tra gli argomenti e (C) la concordanza tra contenuti e stile. La pianificazione dei rapporti tra le varie parti del tema avviene già durante la fase di elaborazione della scaletta che serve proprio a delineare lo schema generale del lavoro.

Il tema di fondo è importante per delimitare e circoscrivere un elaborato scritto attorno ad un determinato argomento, producendo un testo organico e unitario in modo che esso risulti completo e definito. Tra l’altro tra i criteri con cui viene valutato il tema da parte della commissione d’esame – insieme alla qualità e originalità dei contenuti – vi sono proprio la coerenza formale (che non è solo la correttezza ortografica) e l’aderenza alla traccia, cioè il modo con cui il tema viene svolto – coerentemente con le indicazioni ministeriali – attorno a un certo numero di argomenti attinenti a quanto richiesto.

Abbiamo visto che un testo è un tessuto, una trama intrecciata di fili interni che assicurano la tenuta del discorso, un po’ come fanno i mattoni quando si costruisce una casa. Tuttavia non è sufficiente scegliere le parole giuste e disporle con coerenza. Per dare coesione a un testo scritto (o a una conversazione orale) è necessario adoperare il “cemento” adatto. Quelli che assicurano al testo le opportune connessioni sono i legamenti morfologici, sintattici e semantici.

Particolarmente importanti sono i legamenti (o connettivi) sintattici. Alcuni di questi potrebbero essere oggetto di esercitazione in vista dell’esame di maturità. Come? Ad esempio scegliendone alcuni dalla scheda qui allegata e utilizzandoli per connettere due o più enunciati, seguendo anche le proposte che vengono fatte nella tabella.