Questa sera, su la effe ore 23:00, il Morandini vi consiglia: La niña santa


La niña santaLa niña santaArg.It.Ol.Sp. 2004GENERE: Comm. dramm. DURATA: 106′ VISIONE CONSIGLIATA: GCRITICA: 3 PUBBLICO: 3REGIA: Lucrecia MartelATTORI: Mercedes Morán, Carlos Belloso, Alejandro Urdapilleta, Maria Alché, Julieta Zylberberg
Come insegnò C.B. De Mille fin dai tempi del muto, il binomio religione e sesso è redditizio al botteghino. Trasposto in un'altra coppia – santità e medicina – è al centro di un film argentino d'autore, il 2° della Martel, che con La cienaga (2001) ha in comune la città dov'è ambientata la vicenda. Influenzata dalle lezioni di catechismo, la ragazzina Amalia (Alché) si mette a spiare il dottor Jano (Belloso), marito e padre di famiglia, che partecipa a un congresso di otorinolaringoiatria, convinta che sia un peccatore da ricondurre sulla retta via. Il guaio è che Jano diventa l'oggetto del desiderio anche per Helena (Morán), madre di Amalia e padrona del vetusto albergo termale dove si tiene il congresso. Descrive un'umanità dolente e gretta, frustrata dai tabù religiosi e dai sensi di colpa, incapace di comunicare e di ascoltare, tallonata da un linguaggio denso, quasi appiccicoso, che non esclude l'arguzia, la finezza dei particolari, il distacco critico di chi racconta sebbene non sempre i risultati corrispondano all'ambizione di passare dal basso della realtà minuta all'alto di temi impegnativi. “La partitura di L.M. è scritta per tutti i sensi con una parte solista riservata all'udito” (F. Tassi). Non a caso la colonna sonora (l'uso dei rumori) è quasi più inventiva di quella visiva.