Il film di oggi è: The Hours

Il Morandini consiglia:The HoursThe HoursUSA 2002GENERE: Dramm. DURATA: 114′ VISIONE CONSIGLIATA: TCRITICA: 3,5 PUBBLICO: 3REGIA: Stephen DaldryATTORI: Nicole Kidman, Julianne Moore, Meryl Streep, Ed Harris, Jack Rovello, John C. Reilly, Toni Collette, Claire Danes, Jeff Daniels, Stephen Dillane, Miranda Richardson
Richmond (Sussex), 1941. Lasciato un biglietto al marito Leonard in cui dice di non poter più combattere contro la depressione, ringraziandolo per la felicità che le ha dato, la scrittrice Virginia Woolf (1882) si annega nel fiume Ouse. Los Angeles, 1951. Moglie depressa di un reduce di guerra, madre del piccolo Richard e in attesa di un secondo figlio, Laura Brown comincia a leggere La signora Dalloway (1925), romanzo di V. Woolf, e rinuncia al suicidio. New York, 2001. Clarissa Vaughan, affermata editor letteraria e lesbica, è chiamata signora Dalloway dall’amico scrittore Richard Brown, figlio di Laura, gay e malato di Aids, che si butta dalla finestra dopo averla ringraziata per la felicità che gli ha dato. Dal romanzo (1998), premio Pulitzer 1999, di Michael Cunningham, sceneggiato da David Hare. Che cosa è The Hours (Le ore, primo titolo di Mrs. Dalloway): un film d’autore o una produzione dell’accorto Scott Rudin (I Tenenbaum, The Truman Show) per la Miramax, diretta a spettatori colti d’essai e ai soci dell’Academy? Nel primo caso chi è il vero autore? Poiché il teatrante inglese Daldry (Billy Elliot) si limita giudiziosamente a dirigere il traffico, è l’americano Cunningham o il commediografo britannico Hare che ha dato sapiente forma drammaturgica ai soliloqui mentali del romanzo? E se, invece, il merito principale del film, calibratissimo giuoco degli specchi che assomiglia alla vita, fosse delle sue attrici? La Kidman col naso ridisegnato ebbe l’Oscar grazie alla devozione mimetica più che alla tecnica recitativa. Fu più salomonica la giuria di Berlino che le premiò tutte e tre insieme. Rimane il senso del racconto di Cunningham, e della Woolf: storie di donne che si accontentano di “restare vive per gli altri” perché al fondo di ogni vita rimangono le ore, una dopo l’altra.
AUTORE LETTERARIO: Michael Cunningham