Caro Zingarelli, io ho letto uno dei vostri vocabolari, ci sono dentro una cosa tipo 134000 parole, di cui 133000 completamente e assolutamente inutili.
NON e’ possibile mettere sullo stesso piano il verbo “essere” e “epitropo”, non esiste, no way.

Un’opera degna di questo nome dovrebbe evidenziare i vocaboli piu’ usati e relegare in seconda battuta, o appendice che dir si voglia tutto il resto!

Grazie per l’attenzione e cordiali saluti
Giancarlo saba

Gentile signor Saba,
lei ha ragione: non tutte le parole hanno la stessa frequenza né la stessa importanza.
Normalmente però i lettori del vocabolario cercano le parole che non conoscono, non quelle che già conoscono: un buon vocabolario deve contenere le parole importanti, ma anche quelle rare o arcaiche.
Come distinguere le une dalle altre? Lo Zingarelli ha adottato tre simboli che connotano diverse categorie di parole:
connota le circa 5500 parole fondamentali (come essere, avere, notte, giorno etc.);
connota le circa 3000 ‘parole da salvare’: quelle parole di uso meno frequente che tuttavia riteniamo che
una persona colta debba conoscere: per esempio acrimonia, esiguo, prassi;
connota i lemmi arcaici: cioè le parole che erano in uso prima del 1840 circa (data della pubblicazione
della seconda stesura dei Promessi sposi) e che oggi non si usano più: per esempio eziandio, nosco,
pandere.
Le parole che non appartengono a nessuna di queste categorie non sono precedute da alcun simbolo.
Le consiglio di provare a cercare le parole che le ho citato e di incominciare a usare questi simboli: mi sappia dire se ci si trova.
Con i miei migliori saluti
Lorenzo Enriques