Il commento di una nostra lettrice  in un precedente articolo ci permette di tornare sulla questione della doppia grafia ‘obiettivo/obbiettivo’.

 

Buonasera,
io ho sempre saputo, come mi è stato insegnato, che ‘obiettivo’ e ‘obbiettivo’ sono diventate con gli anni due parole con diversi significati.
‘Obiettivo’ sarebbe sinonimo di imparziale, oggettivo e questo è il significato che danno gli autori che Lei ha citato, ovvero D’Annunzio, Pirandello e Galilei.
‘Obbiettivo’ sarebbe sinonimo di scopo, fine, e Pasolini, De Sanctis e Leopardi effettivamente nei loro brani davano questo significato alla parola con la doppia b.

Federica.

 

Gentile Signora Federica,

in effetti ho l’impressione che la scuola italiana talora tenda a creare regole anche quando non ci sono: il motivo è evidente: una regola semplice e precisa – quale quella che lei enuncia – ben si presta alla verifica e alla valutazione: “Sai la regola? Bravo, promosso”. “Non sai la regola? Male, bocciato”

Gli scrittori e i giornalisti invece non devono passare un esame e perciò in questi casi seguono (e in parte determinano) il cosiddetto ‘uso delle persone colte’.

In effetti i sei esempi che avevo citato nella risposta sembrano collimare con la regola che le hanno insegnato. Ma altri opposti se ne possono trovare facilmente:

L’alba rugiadosa, il ceppo verde, la nativa spina, i giovani vaghi, le donne innamorate, i seni e le tempie, il gregge e il pastore sono tutte immagini naturali, distinte, plastiche, obbiettive, prodotte da una immaginazione impersonale, assorbita dallo spettacolo.

F. De Sanctis, Storia della letteratura italiana

E tutto questo per osservazione obbiettiva dell’andamento del gioco e del comportamento dei giocatori…

P. Chiara, Il piatto piange

Aveva il tono obbiettivo di chi è disperato, ma anche umile, ingenuo. Doveva essere un figlio di famiglia: nell’abbandono aveva ancora addosso qualcosa del suo candore infantile.

L. Romano, Tetto murato

Il suo obiettivo primo e principale era naturalmente Henek: ma Henek non la voleva, la scherniva, la insultava.

P. Levi, La tregua

Cosí continuò come prima, anzi peggiorava, e una sera che tornavamo dalla pianura avevamo freddo e fame e non avevamo trovato un goccio di carburante che era l’obiettivo della missione.

B. Fenoglio, Una questione privata

Quel giro che seguiva il proclama di vittoria per il raggiungimento di tutti gli obiettivi del Piano Generale 177-187; e che doveva essere ascoltato al principio e alla fine di ogni spettacolo, tutti i giorni di ogni settimana, fino a quando non fosse stato sostituito dal Proclama nuovo.

P. Volponi, Il pianeta irritabile

 

In conclusione mi pare che sia un caso come ‘famigliare/familiare’: entrambe le varianti sono corrette.

 

Con i miei migliori saluti