La parola di oggi è: violon


violon /vjɔlɔ˜/
s. m.1 violino: concerto pour violon et orchestre, concerto per violino e orchestra; violon alto, viola; (fig.) violon d’Ingres, hobby, passatempo preferito; jouer du violon, suonare il violino; racler du violon, strimpellare il violino; (fig.) sortir les violons, fare una scena madre; (fig.) accordez vos violons!, mettetevi d’accordo!; (fig., fam.) c’est comme si on pissait dans un violon, è come fare un buco nell’acqua (mar.) poulie à violon, bozzello a violino2 violino, violinista (m. e f.): premier violon, primo violino; (fig., fam.) aller plus vite que les violons, precipitare le cose3 (fig., fam.) gattabuia (f.), guardina (f.).


APPROFONDIMENTI

I messaggi diffusi durante la seconda Guerra mondiale da () Radio Londres spesso utilizzavano stralci di testi letterari. Per esempio, come parola d’ordine per il D-day (le jour J), che naturalmente doveva essere conosciuta anche dalle forze della Resistenza francese, fu scelto un passo da Chanson d’automne di Paul Verlaine: Les sanglots longs / des violons / de l’automne / blessent mon cœur / d’une langueur / monotone. Il testo era stato musicato nel 1940 da Charles Trenet in una canzone omonima. È stato riportato in molti film e in Italia è stato conosciuto con questa traduzione: I lunghi singhiozzi / dei violini / d’autunno / feriscono il mio cuore / con monotono / languore.
L’espressione le violon d’Ingres è diventata proverbiale per indicare la particolarità di un artista che pratica per diletto un’arte diversa dalla sua, come faceva con il violino il pittore Jean Auguste Dominique Ingres (1780-1867).
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