snob / znɔb, ingl. snɒb/
[vc. ingl., di orig. scandinava, propr. ‘calzolaio, uomo rozzo’; divulgata dal Libro degli Snob, di W. M. Thackeray (1811-1863), ma presente nel gergo ant. dell’Università di Cambridge per indicare ogni estraneo a quell’ambiente e come tale non socialmente qualificato 1897]
A s. m. e f. inv.
Chi ostenta distinzione, raffinatezza ed eccentricità di modi, per imitazione di ciò che ritiene caratteristico dei ceti più elevati e per la volontà di distinguersi rispetto a gusti considerati plebei.
B agg. inv.
Che è caratteristico degli snob: gusti snob.
|| ṣnobbétto, dim. | ṣnobbìno, dim. | ṣnobbóne, accr.
|| ṣnobbìssimo o ṣnobìssimo, superl.
 SFUMATURE
snob – dandy – eccentrico – affettato
Colui che ostenta raffinatezza di gusti, spesso unitamente a maniere stravaganti e ricercate, si definisce con il termine inglese snob; con sfumatura spregiativa, snob è chi è elitario e sprezzante nel trattare o giudicare gli altri. Compiaciuta raffinatezza ed eleganza caratterizzano anche il dandy, altra parola inglese che descrive chi cura il proprio aspetto e il proprio abbigliamento con attenzione, adeguandosi alle tendenze più esclusive e ricercate. Chi è snob o dandy è senz’altro un eccentrico, cioè fuori dalle convenzioni e dalla norma per aspetto, gusti, abitudini e modi di vita, anche se snob e dandy suggeriscono un compiacimento che eccentrico non possiede. Connotazione più spiccatamente negativa ha il termine affettato, che si riferisce a chi è privo di naturalezza, si comporta in modo artificioso e improntato a una ricercatezza eccessiva.


ṣnobìṣmo / znoˈbizmo/
[dall’ingl. snobbism, da snob con -ism ‘-ismo’ 1891]
s. m.
Caratteristica di chi (o di ciò che) è snob | Atto, comportamento, da snob.