Alessandro Guidi, nato a Pavia nel 1650 e morto a Frascati nel 1712, scrisse l’Endimione nel 1688 su suggerimento della regina Cristina di Svezia, animatrice in quegli anni della società letteraria romana, dapprima all’interno dell’Accademia Reale poi in seno all’Arcadia. L’opera è in forma di favola pastorale in tre atti e mette in scena il mito dell’innamoramento del giovane pastore Endimione per Cinzia (o Diana), la dea cacciatrice spregiatrice degli amori, mito che ha come ultimo atto l’assunzione in cielo di Endimione. Sotto il travestimento bucolico e i toni melodrammatici l’autore intendeva esprimere la sua ammirata e platonica devozione nei confronti della regina, adombrata sotto la figura di Cinzia. L’Endimione fu rappresentata in Arcadia nel 1691 e pubblicata a stampa la prima volta nel 1692.

Testo di riferimento: A. Guidi, Poesie approvate, a cura di B. Maier, Ravenna, Longo Editore, 1981.