L’Asinaria di Plauto è la fonte della Vaccaria, l’ultimo lavoro del Ruzante, commedia con due prologhi e cinque atti rappresentata in casa Cornaro a Padova nel 1533. La vicenda, ricca colpi di scena, di beffe e di amori, gira intorno a una somma di denaro destinata all’acquisto di vacche (da qui il titolo). L’autore torna al bilinguismo delle prime sue opere, riservando il vernacolo alle battute pronunciate dai servi. Costoro, con il loro assennato moralismo, fanno segnare il passaggio del villano da figura antagonista a figura integrata nel mondo cittadino.

Testo di riferimento: Ruzante, Teatro, a cura di L. Zorzi, Torino, Einaudi, 1967.