Scritta secondo alcuni tra il 1522 e il 1526, secondo altri dopo il 1534, l’Anconitana, commedia di cinque atti in prosa, pur risentendo dell’influenza delle commedie ariostesche e della Calandra del Bibbiena, inserisce nello schema della commedia erudita soluzioni sperimentali innovative. L’opera del Ruzante sviluppa due vicende parallele: quella seria, in toscano, introdotta da un prologo allegorico declamato dal Tempo, e che ruota attorno alle peripezie amorose a lieto fine delle coppie di giovani Tancredi-Isotta e Teodoro-Ginevra (quest’ultima è l’anconitana del titolo); quella comica, in dialetto, introdotta da un più ampio prologo recitato da Ruzante, in cui s’intrecciano le grottesche smanie erotiche del vecchio sier Tomao per la cortigiana Doralice e quelle del suo servo Ruzante per la fante Bessa.

Testo di riferimento: Ruzante, Teatro, a cura di L. Zorzi, Torino, Einaudi, 1967.