Anton Francesco Doni, nato a Faenza nel 1513 e morto a Monselice, Padova, nel 1594, letterato molto versatile, prima amico dell’Aretino poi suo avversario, si provò in un gran numero di generi. Nei Marmi, che sono il suo capolavoro, l’autore finge di essere trasformato in uccello e di avere in questa forma volato di città in città, fino a soffermarsi su Firenze e avere avuto così opportunità di ascoltare i discorsi che si facevano sui Marmi, le gradinate marmoree del Duomo della città, dove si radunavano per abitudine gli sfaccendati a conversare. Questa finzione consente al Doni di scrivere un cospicuo numero di dialoghi che hanno come protagonisti sia popolani sia dotti accademici, nei quali vengono trattati i temi più vari, dalla letteratura alla medicina, dalla magia alla morale, alla pittura ecc. Nelle parti dialogate si inseriscono racconti di novelle, poesie, cosicché l’opera acquista le caratteristiche del libro omnibus. La prima edizione dei Marmi è del 1555.

Testo di riferimento: A. F. Doni, I marmi, a cura di E. Chiorboli, Bari, Laterza, 1928.