Antonio Tebaldi, detto il Tebaldeo, ferrarese, precettore di Isabella d’Este, poi al servizio di Lucrezia Borgia, infine stabilitosi alla corte papale di Leone X, è autore di un numero altissimo di testi poetici, d’amore e encomiastici, come era del resto richiesto dalla sua condizione di poeta cortigiano. Il nucleo centrale della sua produzione è costituito sostanzialmente dalle 309 rime raccolte nell’edizione del 1498, che costituiscono anche la vulgata del poeta ferrarese. Ad esse se ne aggiungono altri due gruppi, l’uno di provenienza diversa rispetto all’edizione sopra ricordata (estravaganti), l’altro di rime dubbie. Tebaldeo ripete esasperandoli i modi del Petrarca, tanto che la critica ha parlato, a proposito della sua opera, di “secentismo” anticipato. Tebaldeo era nato a Ferrara nel 1463, morì a Roma nel 1537.

Testo di riferimento: A. Tebaldi (Tebaldeo), Rime, a cura di T. Basile e J. J. Marchand, Modena, Franco Cosimo Panini, 1992.