Commedia del 1752 che per i primi due atti può essere considerata al livello delle migliori opere del teatro goldoniano. Torna il tema della moglie virtuosa, che l’autore aveva già rappresentato nella Buona moglie: Rosaura, moglie trascurata del conte Ottavio per la capricciosa marchesa Beatrice, offre un esempio borghese (è figlia di Pantalone) della fedeltà e della saggezza coniugali. Assolutamente fuori del comune la scena VII del II atto, nella quale Rosaura si fa ricevere dalla rivale per chiedere consiglio su come riconquistare l’amore del marito. Dal terzo atto in poi, però, l’autore riporta la storia nel meccanismo convenzionale, sacrificando alla necessità del lieto fine la novità dell’invenzione.

Testo di riferimento: Tutte le opere di C. Goldoni, a cura di G. Ortolani, IV, Milano, Mondadori, 1940.