Fiaba teatrale che fa leva su uno spunto narrativo proprio della tradizione orale: il re tramutato in cervo per le arti magiche di un cortigiano infedele riacquista le sue forme grazie anche all’impegno di una moglie devota e innamorata. Come nelle altre fiabe gozziane ci sono personaggi alti, che si esprimono in versi, e quelli bassi delle maschere, che parlano in prosa o addirittura nel dialetto veneziano. Talvolta questi ultimi non hanno parti scritte ma solo indicazioni per recitazione all’improvviso. Dunque, un’opera pastiche, una mistura di fiabesco e di realistico, che trova la sua organicità nella dimensione della pura teatralità, lontana sia dal teatro borghese-lacrimoso sia da quello realistico goldoniano. Il re cervo fu recitato la prima volta nel gennaio del 1762.

Testo di riferimento: C. Gozzi, Opere. Teatro e polemiche, a cura di G. Petronio, Milano, Rizzoli, 1962.