Caterina da Siena, nata nel 1347 e morta nel 1380, è una delle personalità più rappresentative della religiosità trecentesca. Entrò giovanissima nell’ordine delle Mantellate domenicane. La fama di santità da cui fu ben presto circondata per l’ardore della sua carità fece di lei un personaggio ascoltato e temuto anche fuori della cerchia delle mura della sua città. Svolse ben presto un ruolo pubblico, frapponendosi come paciera nelle lotte fra i Comuni toscani; nel 1376 è inviata dal Comune fiorentino come ambasciatrice ad Avignone presso il papa Gregorio XI, dal quale ottiene la promessa del ristabilimento a Roma della sede papale; si adopera più tardi per evitare lo scisma nel conclave che seguì alla morte di papa Gregorio. Caterina entra nella storia della letteratura per il Dialogo della Divina provvidenza e per le Lettere, che qui si pubblicano in numero di 121 sulle 381 conservate. I destinatari sono personaggi potenti e semplici popolani, ma soprattutto consorelle, discepoli, seguaci. In esse Caterina dimostra notevolissime capacità letterarie: la sapienza retorica delle partizioni, la capacità di inventare similitudini e metafore di stile biblico, l’alternanza di toni colloquiali e di alta eloquenza, la vivace espressività popolaresca e l’abilità dialettica dimostrata nelle dispute dottrinarie rendono la sua prosa una delle più stilisticamente efficaci nel panorama del nostro Trecento.

Testo di riferimento: Caterina da Siena, Lettere, Edizione del Centro Nazionale di Studi Cateriniani, a cura di G. Anodal, Roma, Bibliotheca Fides, 1973.