Le Poesie di Claudio Achillini qui presenti riuniscono sia quelle pubblicate per la prima volta a Bologna nel 1632 (dal n. 1 al 100), sia quelle incluse nell’edizione veneziana delle opere del 1650 (dal n. 101 al 149). Il linguaggio dell’Achillini rappresenta uno degli esempi più vistosi e originali del gusto barocco in poesia. Esso rimanda, amplificandoli, ai modi della gravitas già sperimentati da monsignor Della Casa e dal Tasso. Questa caratteristica distingue l’Achillini dai poeti barocchi che privilegiano piuttosto la sottigliezza e la grazia. Le poesie intrecciano variamente temi encomiastici, amorosi e sacri. Il sonetto Sudate, o fochi, a preparar metalli è stato reso celebre dalla citazione ironica che ne fece il Manzoni nel cap. XXVIII dei Promessi sposi. L’Achillini, che era nato a Bologna nel 1574, morì qui nel 1640.

Testo di riferimento: C. Achillini, Poesie, a cura di A. Colombo, Archivio Barocco, Università di Parma, 1991.