Pubblicato nel 1890, il romanzo, scritto in una prosa dimessa, rappresenta le modeste vicende e gli affanni quotidiani della piccola borghesia milanese. Protagonista è un impiegato, onesto e laborioso, che si assume la responsabilità della famiglia del fratello, suicida per debiti. La sua vita di sacrificio spinge a una progressiva maturità la frivola cognata Beatrice, della quale egli si innamora. Incapace di dichiararsi, la difende dalle pesanti attenzioni del capoufficio e questo gli costerà il trasferimento e un’amara solitudine, mentre la cognata accetterà la corte di un cugino e lo sposerà. De Marchi, nel solco della tradizione lombarda di Parini e Manzoni, sentiva le responsabilità morali e civili dello scrittore; ma, unendo al motivo economico-sociale quello della passione amorosa, si faceva interprete della crisi comune a tutta la letteratura verista.

Testo di riferimento: E. De Marchi, Demetrio Pianelli, a cura di E. Mazzali, Milano, Garzanti, 1991.