Flaminio Scala, nato nel 1547 o forse nel 1552, morto nel 1624, fu attore di professione nelle più apprezzate compagnie italiane di fine ‘500 e inizio ‘600. Dotato di straordinaria competenza drammaturgica, oltre a recitare ordiva le sceneggiature comiche e tragiche sulle quali gli altri attori della compagnia intrecciavano, ciascuno secondo il proprio personaggio, le parole e le azioni appropriate. Nel 1611 Scala pubblicò Il teatro delle favole rappresentative, un libro elegante nel quale l’attore-autore raccoglieva i canovacci delle sue opere, gli «scenari», ossia l’essenziale della sua drammaturgia. Confidava che potessero essere divertenti anche alla lettura, così come lo erano le commedie scritte per intero, anche se prive della vita che dava loro la recitazione. Il titolo del libro, volto in italiano moderno, corrisponde a «Esposizione delle storie fatte per recitare». L’opera costituisce un monumento della commedia dell’arte: è la sola raccolta di scenari pubblicata a stampa, ed è anche la sola, considerando l’insieme delle raccolte monoscritte, che proviene sicuramente dall’ambiente delle compagnie dei professionisti.

Testo di riferimento: F. Scala, Il teatro delle favole rappresentative, a cura di F. Marotti, Milano, Edizioni il Polifilo, 1976.