Un linguaggio preziosamente classicistico caratterizza le liriche di Canto novo, pubblicato per la prima volta nel 1882, e completamente rimaneggiato nell’edizione Treves del 1896. La sensibilità verso le più varie manifestazioni naturali conferì alla scrittura uno slancio particolare, capace di oltrepassare i limiti della mera letterarietà. Nella mitizzazione costante dell’elemento naturale, infatti, il sensualismo delle immagini divenne elemento essenziale dell’ispirazione dannunziana e l’artificio linguistico si fuse originalmente con la viva solarità dei fenomeni descritti.

Testo di riferimento: G. D’Annunzio, Versi d’amore e di gloria, a cura di A. Andreoli e N. Lorenzini, I, Milano, Mondadori, 1982.