Pubblicato a puntate sulla «Nuova Antologia» nel 1891, il romanzo Giovanni Episcopo consiste nella confessione di un delitto compiuto dal protagonista, un impiegato piccolo borghese, condannato fatalmente a una condizione di umiliato e offeso. Sul modello narrativo in parte dostoevskiano in parte del romanzo psicologico francese, D’Annunzio costruì il suo monologo-confessione nell’ottica soggettiva di una percettività malata. Rappresentazione di un’umanità dissociata, in bilico continuo fra impulsi distruttivi e il miraggio di una possibile salvezza, il romanzo fonde il gusto tardo-positivistico per l’indagine di un caso patologico con quello di una scrittura romanzesca attenta alle più minute reazioni psicologiche.

Testo di riferimento: G. D’Annunzio, Prose di romanzi, a cura di A. Andreoli, I, Milano, Mondadori, 1988.