Con Le vergini delle rocce del 1895 D’Annunzio entra in aperta polemica con i valori del mondo borghese contemporaneo, rivendicando la necessità di valori eroici e di sensazioni forti e straordinarie. Protagonista del romanzo è un abruzzese che torna alla terra d’origine alla ricerca di una donna con cui poter generare un figlio, destinato a salvare l’Italia dalla mediocrità e dalla miseria. In un’artificiosa prosa poetica il testo manifesta le nuove inclinazioni superomistiche dannunziane, dissolvendo definitivamente la struttura del romanzo naturalista attraverso una scrittura preziosamente allegorica, in grado di elevare la realtà in mito.

Testo di riferimento: G. D’Annunzio, Prose di romanzi, a cura di N. Lorenzini, II, Milano, Mondadori, 1989.