Nell’opera, pubblicata nel 1632, Galilei dimostra la veridicità della teoria eliocentrica copernicana e contesta quella tolemaica, che poneva la Terra al centro dell’Universo. La trattazione si svolge sotto forma di dialogo fra Sagredo, Salviati (entrambi copernicani) e Simplicio (tolemaico), durante quattro giornate: nella prima si discorre dei due sistemi e si rifiuta il dogma aristotelico dell’immutabilità dei corpi celesti; nella seconda si confuta la teoria dell’immobilità della Terra, dimostrando, invece, il suo movimento rotatorio; nella terza si discute delle stelle nuove e delle macchie solari; nella quarta si dimostra come anche le maree dipendano dal movimento terrestre. Il libro è uno dei grandi modelli della prosa scientifica che si svilupperà nel Sei e Settecento: la scrittura di Galilei è nitida e antiretorica, capace di coniugare rigore dialettico e sapiente ironia.

Testo di riferimento: G. Galilei, Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, a cura di L. Sosio, Torino, Einaudi, 1970.