L’operetta fu composta tra il 15 e il 18 febbraio del 1824 e presenta, nella personificazione di due entità astratte, la tipica forma del dialogo illuminista. La Moda ricorda alla Morte che sono sorelle, entrambe figlie della Caducità. La Morte cancella gli uomini nella loro totalità; la Moda muta le loro cose, le fogge del vestire, crea in continuazione espedienti per abbellirli, e in questo contrastare la natura, correggerla, volgerla al proprio piacere è la più fedele alleata della Morte, perché seguendo lei l’uomo si allontana dalla natura, si corrompe, mette in opera pratiche che lo fanno morire più in fretta, è addirittura già morto prima ancora di morire. Alla moda il Settecento aveva dedicato trattati filosofici, capitoli satirici, epigrammi; ma è Leopardi che per primo, collegandola alla morte, ne scopre gli effetti distruttivi, funerei.

Testo di riferimento: G. Leopardi, Operette morali, a cura di O. Besomi, Milano, Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, 1979.