Dialogo composto nei primi dieci giorni di giugno del 1824. Nella sua ideazione Leopardi trasse probabilmente lo spunto da una notizia riportata dal Manso, biografo di Tasso, secondo cui il poeta dichiarava di essere visitato di tanto in tanto da uno spirito benefico. In realtà si tratta di un dialogo tra il Tasso e il suo alter ego, quindi di una sorta di soliloquio alla maniera del Secretum petrarchesco, che consente al Leopardi, attraverso la finzione di un personaggio alla cui sensibilità si sentiva vicinissimo, di affrontare i temi della consistenza del vero, della natura del piacere e della noia.

Testo di riferimento: G. Leopardi, Operette morali, a cura di O. Besomi, Milano, Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, 1979.