Giovanni Boccaccio ha un ruolo importantissimo nella storia della fortuna e della tradizione dell’opera di Dante. Come copista della Commedia determinò la costituzione della prima vulgata del poema. Ma Boccaccio fu anche il primo biografo di Dante e uno dei primi commentatori della Commedia. Le Esposizioni raccolgono infatti il testo di sessanta lezioni pubbliche sul testo di Dante, tenute dall’ottobre del 1373 al gennaio del 1374 presso la chiesa fiorentina di Santo Stefano in Badia, su commissione del Comune fiorentino. L’incarico riguardava l’intera opera, ma le cattive condizioni di salute impedirono al Boccaccio di andare oltre il canto XVII dell’Inferno. Ogni canto contiene un’esposizione letterale e un’esposizione allegorica, condotta per lo più senza un’aderenza sistematica al testo, e assecondando un gusto narrativo che era ovviamente a lui molto congeniale. I canti XI e XII non hanno esposizioni allegoriche; quelle dei canti XV e XVI rinviano al XVII, che però è rimasto incompiuto.

Testo di riferimento: G. Boccaccio, Esposizioni sopra la Comedia di Dante, a cura di G. Padoan, in Tutte le opere di G. Boccacio, VI, Milano, Mondadori, 1965.